Si ferma a 224 mila tonnellate la produzione di olio di oliva in Italia per la campagna olearia 2024/25. Il dato (stimato da Ismea) registra un calo complessivo del 32% rispetto alla scorsa annata, con andamenti molto diversificati nelle diverse macroregioni italiane. Se infatti il raccolto va molto bene al Nord e Centro, che mettono a segno rispettivamente un +75% e +70% rispetto al 2023, il Sud riporta perdite in media del 41%, con picchi del 50% in Puglia.
Secondo le rilevazioni del Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), nella prima fase di raccolta sono risultate particolarmente basse le rese, sotto media in particolare al Centro-Nord. Complici i cambiamenti climatici e una raccolta sempre più precoce finalizzata a salvaguardare la qualità, da un quintale di olive a ottobre sono stati infatti estratti circa 13 chili di olio, meno del 15% in media della resa italiana nello stesso periodo dello scorso anno. Nello specifico, a ottobre tutto il Nord Italia registra rese inferiori al 10%, per poi alzarsi scendendo lungo lo Stivale, fino all’11-12% di Abruzzo e Campania. Si registrano rese mediamente più alte in Puglia (dal 12% di Lecce fino al 15% di Bari) e Sicilia (12% a Catania e 16% di Palermo), mentre il record spetta alla Calabria con un minimo del 14% a Crotone e un massimo del 17% a Catanzaro (dati SIAN).
In assenza di fonti di reddito complementari all’olio, l’abbassamento delle rese comporta un aumento dei costi di produzione. L’87% dell’oliva diventa infatti uno scarto da smaltire a spese di olivicoltori e frantoiani. Sono invece numerose le possibilità di valorizzazione di questi residui. Se il nocciolino dell’oliva può produrre energia a casa (caldaie a pellet) e per grandi impianti (biocombustibile), la sansa può essere utilizzata come mangime per gli animali di allevamento migliorando la qualità del latte e della carne (ricerca Università di Perugia, su Frontiersin.org e Publish.csiro.au) o per rendere più sostenibile il manto stradale (progetto pilota in Spagna), mentre i biofenoli presenti nelle acque di vegetazione di frantoio possono essere utilizzati in cosmetica, nell’industria alimentare e nella farmaceutica.
E proprio la versatilità dell’oliva sarà proprio al centro di Sol2Expo (Veronafiere, 2-4 marzo 2025) per una Full Olive Experience che spazia dalla materia prima al riutilizzo dei sottoprodotti olivicolo-oleari, e che fa dell’innovazione la sua cifra trasversale.


